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di Maria Sorbi

I tassisti abusivi adescano i clienti fuori dagli aeroporti e rubano il lavoro alle auto bianche in regola. Senza tassametro, senza tariffa fissa, si fanno pagare più del dovuto per una corsa. I tassisti sono furenti: «Abbiamo perso il 30 per cento dei clienti». Insieme a Sea, la società che gestisce gli scali lombardi, hanno deciso di diffonere messaggi informativi fra i turisti. A bordo delle navette e dei pulmini ci saranno cartelli per spiegare agli stranieri che «i taxi sono solo bianchi» e verranno diffusi messaggi registrati all’interno degli aeroporti. Del problema degli abusivi si parlerà anche in Regione Lombardia durante gli incontri con gli assessori al Territorio Davide Boni e alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo.

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Il far west delle auto abusive I tassisti: «Ci rubano il lavoro»
di Maria Sorbi

Parcheggiano l’auto poco distante dagli «arrivi internazionali» e si aggirano intorno alle porte scorrevoli dell’aeroporto a caccia di clienti. «Taxi, taxi for Milan?» chiedono agli stranieri con una tiritera martellante. Così, da anni, lavorano i noleggiatori abusivi. Decine, centinaia, spesso ex tassisti che vendono la licenza, si comprano la Mercedes e lavorano in proprio. Senza ricevuta, senza tariffa fissa, senza prezzi esposti all’interno dell’auto, senza tassametro. Magari hanno ottenuto la licenza da noleggiatori dal Comune di Venezia o da qualche piccolo Comune della Lombardia e lavorano tranquillamente dove pare a loro, senza averne diritto.
Gli stranieri che arrivano spaesati si fanno fregare spesso e volentieri e pagano più del doppio rispetto al taxi. Si arriva a 200 euro per andare dall’aeroporto di Malpensa fino al centro di Milano e si sforano i 100 euro per una corsa Linate-città. E solo 200 noleggiatori sono in regola. Gli altri sono per il fai-da-te.
I tassisti sono furenti: «Gli abusivi ci rubano il 30 per cento dei clienti, è una concorrenza del tutto sleale». La stessa solfa si ripete davanti alla stazione Centrale e davanti agli hotel di lusso: «Spesso i noleggiatori abusivi – denunciano i sindacati dei tassisti – si accordano con il personale degli alberghi e si fanno cercare i clienti in cambio di una percentuale». Non solo: gli abusivi si prendono la libertà di avvicinarsi ai clienti, di andare a cercarli per strada o davanti al rullo dei bagagli. Se un tassista in regola facesse la stessa cosa sarebbe punibile con una sospensione della licenza di oltre un mese.
Le auto bianche cercano di mettere fine alla giungla che ogni giorno si ripete di fronte agli aeroporti. Al loro fianco ora si schiera anche la Sea, la società che gestisce gli scali. «Ci siamo incontrati con i tecnici – spiega Raffaella Piccinni, rappresentante delle sigle sindacali Sitp, Sal, Adit – per studiare il modo di combattere il fenomeno degli abusivi. A breve verranno diffusi messaggi registrati all’interno dell’aeroporto per mettere in guardia i turisti e ci saranno cartelli a bordo delle navette per spiegare che i taxi sono solo quelli bianchi».
Dell’argomento si parlerà anche la prossima settimana durante l’incontro tecnico con la Regione Lombardia. I tassisti sono insofferenti. Nei fatti, la situazione non è cambiata nemmeno dopo il decreto milleproroghe e si continuano a chiedere regole chiare. «È assurdo che gli abusivi lavorino dove vogliono, anche se la loro licenza riguarda solo un Comune. Noi invece possiamo sostare davanti agli aeroporti solo dopo un’ora dall’inizio del nostro turno di lavoro, perdendo di fatto del lavoro». A quanto pare tra gli abusivi vige solo una regola. Se sei nuovo nel giro vieni aiutato a procacciare qualche cliente (in cambio di una percentuale) ma devi rispettare una clausola: mai dare il biglietto da visita a nessuno. Ruberesti i clienti ai più anziani del gruppo. Anche il far west ha la sua legge.

Maria Sorbi


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(30 aprile 2009) – Milano

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