IL GURU DELLA SPAZZOLA

Milano è una creatura mitologica con milioni di facce. Si sgrovigliano sul mio sedile posteriore. Credevo esistessero altri luoghi come un taxi, dove l’umanità più varia diventa un viaggiatore inconsapevole. Altre poltrone freudiane dove accarezzarsi l’anima, come quella del parrucchiere, per esempio. Che delusione, amara come è giusto!

Un parrucchiere è molto di più, troppo di più. Mi guarda come se avesse una macchina per le radiografie al posto degli occhi. La versione checca isterica di Termineitor. Una guida spirituale, un maestro che porterà in superficie la vostra intima essenza. Lui non taglia, scolpisce. Lo dicono anche le cifre fucsia stampate sul cartello dorato, appeso alla parete verde acqua: un pugno in un occhio ed uno al portafoglio.

“E’ compresa anche l’assicurazione ai Loyd contro le doppie punte”, sorrido indicando il prezzario ma lui sembra non gradire.

“Staresti bene con un ciuffo laterale – arriva al sodo – ed uno shatush”.

Shatush!? Mi fa pensare ad un lungo scialle con piume di struzzo, qualcosa che farebbe sentire diva anche una come Angela Merkel.

“Sono colpi di luce”, spiega

“Uno schiarente?” Domando ma lui mi guarda come se avessi ruttato! Come se avessi volgarizzato la parola shatush con la mia popolana semplificazione. Meglio parlar  chiaro, infondo la testa è la mia.

“Vorrei solo tagliarli un po’, senza colorazioni o altri trattamenti”.

Mi guarda silenzioso e disgustato.

“Mi sono iscritta in piscina – spiego – ci pensa già il cloro ad aggredirli, perciò vorrei tagliarli…”  ma più mi giustifico e più la sua faccia si stropiccia.

“Tesoro – dice in un sospiro deluso – tanto valeva che andavi dai cinesi…”

A Milano il numero di parrucchieri cinesi ha superato quello dei connazionali. Ora capisco perchè. Guardo Il taxi parcheggiato proprio di fronte alla vetrina, è come se mi dicesse scappiamo. Lo prendo in parola, mi riferisco allo sciampista arrogante. Cos’è questo razzismo estetico?!

Lascio il centro a Riccioli D’oro. M’infilo nel primo parrucchiere cinese che incontro. Sono l’unica italiana. L’uomo con il pettine in mano mi guarda come se fossi entrata per sbaglio. Osserva le mie labbra muoversi come un sordo-muto, non parla italiano. Afferro uno di quei giornali con i modelli dei tagli:

“Così – dico picchiando il dito sulla foto – li voglio così”

“Colole?” dice lui

“No colole! Solo così…” E invece deve aver capito così:


…ma poteva andar peggio!
Le foto in questo post sono mie e del mio bagno! Quell’oggettino di gran classe su in alto lo trovate alla fnac – Chi indovina cos’è? C’è in palio un bel niente!

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