LE VIE DEL KARMA…

Essere Miss Piggy per un giorno, ovvero una finta diva grottesca, è stupendo.

Lunedì ho preso tre taxi, capita pure a chi li guida… uno a Piacenza e due a Milano.  Non sono diventata una donna in affari che passa da un taxi all’altro, sono sempre la solita proletaria, orgogliosamente proletaria.  Però è accaduta una cosa, anzi tre: tre corse straordinarie.

Piacenza, mattino. Lui, il collega, ha l’inflessione dialettale della Bassa. Gli chiedo come va il lavoro: “sai, pure io guido un taxi…” spiego.
La prima domanda tra tassisti, da Bangalore a Berlino, da Toronto a Manila, è sempre quella: “tu che turno fai?”  Quando ho risposto “la notte”, lui ha detto una cosa che mi ha sorpreso molto e la mia faccia è diventata così:

Ovvero: “di’ tu ssei la Psicotassi? ho letto degli articoli…
Peccato che abbia dovuto farci a botte per doverlo pagare: assolutamente voleva offrirmi la corsa. Si chiama Paolo e gli ho scritto una mail: grazie a te smetterà di prendere lo Xanax…

Psicotaxi prosegue il suo viaggio:
Milano, primo pomeriggio, Stazione Centrale. Sono drammaticamente in ritardo. Decido di prendere un altro taxi. Miracolo: accade di nuovo!! “sei tu quella lì del blog che…” Roba da sentirsi così:

Ci siamo consigliati buone letture per tutto il viaggio. Lui è un lettore pazzesco. Tra l’altro mi ha fatto uno sconto pazzesco, insisto x pagare il prezzo pieno (non è che mi faccia schifo tenermi i soldi in tasca ma so cosa significa fare corse a vuoto).

Di ritorno dall’appuntamento prendo un tram. Non sono lontana da casa, in P.za Baiamonti aspetto la coincidenza di un bus ma la pioggia, il freddo, la stanchezza, il karma aggiungerei,  mi spingono  a prendere  un taxi al volo. Tassista storico, 40 anni di piazza, anzi 41. Argomento libro, blog, ecc.. manco lo sfioro. Lui è solare, mi racconta gli aspetti positivi di questo lavoro.
“Piace molto anche a me, pensa che ci ho fatto un blog…” è il mio ego che parla e il suo fottuto bisogno di conferme. Bari 3 non ha accettato soldi, a destinazione è sceso dall’auto per stringermi la mano e salutarmi.

Non metterò un’altra stupida foto: stavolta sono seria. Sarebbe ipocrita dire che questa giornata mi lascia indifferente ma quello che mi fa felice è scoprire le connessioni assolutamente spontanee. Parlare di come erano fatti i tassametri e le colonnine di chiamata, di come sia cambiato il mestiere, di cosa leggiamo, raccontandosi la volta che… e Sentendo l’appartenenza a qualcosa che si chiama “i tassisti” e che, malgrado tutto, infondo si è sempre sulla stessa, stramaledetta,  strada.
Coraggio Miss Piggy!

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