Questo blog contiene le persone che sul mio taxi si raccontano, come in un confessionale, di fronte a un’estranea che non rivedranno più e forse proprio per questo la città si libera delle sue maschere, nuda e vulnerabile si racconta. Un turista russo mi chiede dove può trovare un locale a luci rosse; un anziano non sa più con chi parlare nella città desolata d’agosto; una squillo mi racconta i suoi clienti, padri di famiglia che le mostrano le foto dei figli; una sedicenne che vuole fare la modella, viene da un paese di seicento abitanti, guarda le vetrine della “Milano bene” come un bimbo nel paese dei balocchi; un viados racconta di un amore infelice e passionale per un uomo a cui non può dare un figlio, la sua femminilità esasperata ha un che di ridicolo ma insieme è fragile e pudica. Nel viavai della città si apre una finestra sul cuore di ognuno di noi.