Il taxi è rotto, tanto per cambiare. E’ il destino di un’auto che non si ferma mai. Giace immobile e bianca nella penombra dell’autofficina, dalla bocca del cofano spalancato emerge il mio meccanico, Giovanni, anche lui ha fatto troppi chilometri, da qualche anno soffre di diabete, ne parla come se fosse un guasto riparabile, ognuno ha le proprio categorie. Eppure so che non si cura:
“Ciao Giovanni, lo sai, è morto Mike Bongiorno, aveva il diabete…”
A dir la verità non so neppure se aveva i capelli, la chioma biondiccia pareva il cranio di una bambola, ricostruita a piccole ciocche isolate. Però ho insinuato una paura. La parola diabete è un pulsante, richiama le sue antenne su ciò che non vuole vedere. Il diabete è una malattia subdola, danneggia gli organi lentamente, non va presa con leggerezza. Terrorizzarlo è il mio modo di volergli bene.
Accende la vecchia radio, ascolta in silenzio: “La notizia è stata data da Sky24, Mike Bongiorno aveva appena lasciato Mediaset per approdare a Sky…”
“Ah ecco – mi dice – non è stato il diabete, se restava a Mediaset…”
“Sei incredibile!” gli rispondo, mentre penso che infondo la logica del mio meccanico ha un senso.
Mike Bongiorno non poteva vivere fuori dalla tv generalista, reinventarsi, riciclarsi come la spazzatura nei reality. Non è morto solo un uomo, il padre televisivo che ha svezzato infinite generazioni, partendo dalla tv in bianco e nero, fino a quella a colori; Mike Bongiorno è venuto ancora prima del telecomando, ricordo che noi avevamo quello umano, mio fratello più piccolo restava in piedi accanto alla tv, gli si diceva “cambia”, solo quando finiva lo zapping tornava a sedere, non era una tortura, avevamo solo dieci canali! Mike, un pilastro nella tv anni ’80. Il Drive in, le maggiorate, i colori pastello, l’E-Team, i cartoni animati. Quanti ricordi ci lascia mamma tv, ormai morta, lui non poteva sopravvivergli. Cosa c’entra Mike Bongiorno con la tv di oggi!? lui, che dallo schermo ci entrava in casa, sempre impeccabile, sempre elegante con un’antica cortesia, immutabile, urlando: “Allegria!”