Non lavoro di domenica, è contrario alla mia religione! E il fatto che sia atea è un dettaglio. Sono una non cattolica praticante. Aspettavo questo giorno. L’ho mediatato, programmato, desiderato. Il cielo fa schifo, il letto è comodo e il mio blog è da sistemare…

Sabato una bomba – Domenica un terremoto! Decisamente un fine settimana tranquillo.
Ha gli occhi stanchi, due occhiaie simili ad una maschera poggiata sul naso. Il suo treno arriva da Bologna. Durante la settimana lavora a Milano, ogni week end torna a casa, quando può. “Quando mai…”, dice.
“Il letto sussultava – racconta – come se l’intero mondo mi venisse a dare la sveglia: svegliati! Il giorno del giudizio è arrivato! Ora passa, pensavo, ora passa.. Non vedevo le crepe che si arrampicavano lungo il muro, i mobili cigolare, un dondolare lento ti dice che non sei che un pezzetto di fronte all’assalto dell’universo. Ma non ci pensi, tutte queste cose le capisci dopo, oppure mai. Durante la scossa senti solo la paura.
Sono corsa in strada così com’ero, col mio ridicolo pigiama rosso. Vedevo intorno a me le finestre illuminarsi, una dopo l’altra. I neon delle scale lampeggiare prima di accendersi. Le urla. Una famiglia uscire da un portone di corsa, due bambini insieme ai genitori. Ho atteso l’alba su una panchina, insieme agli altri. Una luce pulita illuminava le macerie.”
Scatta ad ogni frenata, cerco di guidare lenta. “A volte – mi dice – ho la sensazione che possa ricominciare, allora mi fermo ad osservare quello che mi circonda per vedere se si muove, se vibra, se oscilla.. Ho paura della paura! Quel brivido che senti salire quando la scossa ha inizio “
M’invento qualcosa per calmarla. “Lo sa che la macchina è il posto più sicuro durante un terremoto?”. La radio è una lunga cronaca da carneficina. Redazioni sovreccitate - andate a dormire con una bomba, risvegliate all’alba da un terremoto! Cambio stazione, ora suona una canzone, un notturno di Chopin..

Il suicidio è tornato di moda. Il tassametro conta la strada mentre la cliente parla del suo nuovo marito. Si, dice proprio così, nuovo ed è felice.
“Ogni donna dovrebbe, almeno una volta nella vita, cambiare casa, look, capelli, città e marito…” Ecco, con questa frase sono diventata campionessa mondiale di figure di merda! Inutile dire, che fine abbia mai fatto il vecchio marito…
Lo so, sono un mostro, eppure, mostri non si nasce. Tu, per esempio, che leggi qui, ora, adesso, parola per parola, il dolore non è prerogativa di esseri superiori. La paura, le delusioni, l’abbandono, l’ansia – è solo che alcuni usano l’ironia, ed è solo un modo, uno dei tanti, per restare vivi.

Quando mia madre nacque le donne neppure votavano. Mia nonna non ha mai preso la patente. Le vite delle donne che ci hanno crescite non sono così distanti.
Il vecchio sta accanto all’anziana moglie, come ad una madre. Amore per loro è “prendersi cura”, chiederti se hai mangiato. Un vecchio-bambino, arrogante e fragile.
“Non c’era mica un uomo da fargli portare il taxi?“, borbotta saccente.
Ultimamente mi sto intenerendo, non so che mi succede, non sono più quella che una volta gli avrebbe risposto: “Hai votato democrazia cristiana per 40 anni, creato la crisi, allargato il debito pubblico, inquinato il pianeta. Lavoro per pagarti la pensione e ti aspettavi un maggiordomo nero in guida bianchi alla guida del tuo stramaledetto taxi!?”, Eppure, l’ho solo pensato…
“Questo è quello che succede quando dai il voto alle donne!”, ho risposto saracastica accendendo il motore.
Non siamo così distanti…

Quando la neve elimina le strade come una gomma su un foglio bianco. Quando il traffico delle cinque vi stringe come un abbraccio fastidioso. Quando il cliente vi ha scambiati per l’ufficio reclami. Ecco che il cervello, sull’orlo dell’alienazione, come un juke box risuona una canzone dall’interno.
In questa città mi sento una carcerata. La fuga è l’unica soluzione ma supportata da un piano, tipo “fuga da Alkatraz”, altrimenti si scivola nel patetico e un po’ nella vigliaccheria!

E’ di questi giorni la bufera sulla mancata liberalizzazione del servizio taxi. Lobby, casta, tassinari, le parole si sprecano: ok, me le accollo! però questa polemica sta distogliendo l’attenzione da un’altra mancata liberalizzazione, quella di un settore responsabile della crisi ma che sarà premiato dalla manovra del Governo
ECCO IL TESTO DI LEGGE:
“Sono esclusi dall’ambito di applicazione del presente decreto(sulle liberalizzazioni) i servizi finanziari, ivi inclusi i servizi bancari e nel settore del credito, i servizi assicurativi e di riassicurazione, la negoziazione dei titoli, la gestione dei fondi, i servizi di pagamento e quelli di consulenza nel settore degli investimenti“