VANITY FAIR

Chi non vorrebbe uscire su VANITY FAIR!? Per me, tassinara, donna semplice, che ha sempre visto Vanity come la Novella 2000 dei radical chich, ritrovarsi su Vanity a parlare di quella che considera la propria creatura, ovvero l'Adit, be'… diciamolo, compiace non poco, la propria VANITA' ma infondo, almeno per un giorno, che male c'è!?!?!


vanityvanity_copertina

Posted in #diconodime | Commenti

D i v i s e    p e r    T a s s i s t i


"Non siamo le scimmiette dell'Assessore -  dichiara Raffaella Piccinni, Presidente del Sitp – il miglior intervento che il Comune può fare per migliorare il servizio in vista dell’Expo è combattere efficacemente l’abusivismo. Ogni giorno infatti presso gli aeroporti centinaia gli utenti vengono truffati da chi rincara le tariffe fingendosi tassista."

LaRepubblica_logo


 


 

Posted in #diconodime | Commenti

2882304307_403d061501Milano di notte è una puttana scalza con l’alluce che sbuca dal collant bucato, al sabato si traveste, si da una ripulita,  ma al lunedì torna se stessa, perché la notte a Milano arriva di lunedì, quando la gente per bene dorme, dentro le lenzuola che odorano di pulito, mentre io lavoro dentro il mio taxi, bianco come un lenzuolo sudicio, sporcato dalla notte: dalla luce giallastra dei lampioni, dall’odore dei clienti, non come quelli del sabato, tosati e pettinati come aiuole.

  Ha le spalle da Minotauro, la mascella decisa, la schiena robusta, i polpacci da ciclista e una quarta di seno! Si chiama Monica, è il nome che si è scelto dopo l’operazione, mi chiama “tesoro”. Il lunedì, mi spiega, è la serata del buon padre di famiglia perché la domenica la passa coi bambini. Monica stacca sempre alle tre, solo i primi tempi tirava a far mattino, quando aveva da avviare l’attività. Resto perplessa! Parla del suo corpo come se fosse la sede legale di un’impresa! Il giorno in cui cambierà pappone che ci scrive!? “nuova gestione!?”. Una volta ha fatto a botte: “questa è zona mia”, le disse un viados dalla folta criniera slavazzata. Sembravano due pugili travestititi da donne.

   Si dice che gli angeli non abbiano sesso: Monica li rappresenta entrambi, è un ermafrodita, un bronzo di Riace con le calze nere e il tacco da dodici; le labbra rosse e le mani da muratore. Ogni lunedì torna a casa in taxi.

   È una notte umida, si è addormentata sul sedile posteriore, ho l’impressione di trasportare un pupazzo inanimato: la sua femminilità esasperata ha qualcosa di comico, mi ricorda la Miss Piggy dei Muppezs, o una bambola gonfiabile comprata al sexy shop! La gente dimentica di tutto sul taxi! Uso un tono sostenuto, per richiamarla dal sonno: “siamo arrivati”, il pupazzo riprende vita di scatto, guardandosi attorno, si scuote come il personaggio di un cartone animato investito da un treno o schiacciato da un masso, si scrolla ed è “come nuovo”, disposto a subire ancora, capace di sopravvivere a tutto.

   Monica ha qualcosa di eroico, anche se è un perdente! Non pensa al masso che le è crollato sulla testa, punta dritta all’obbiettivo, vuole essere donna, anche a costo di essere derisa. È sfacciata e vanesia per orgoglio, per sfida, ha scelto di atteggiarsi a regina. La femminilità secondo Monica è una puttana tragicamente sdegnosa e regale.

   La guardo allontanarsi, cammina a fatica come se il tacco da dodici fosse una tortura per quel piedino da carpentiere, di fronte al portone si sfila le scarpe, resta scalza con l’alluce che sbuca dalla calza nera come una luna disgustosa e deforme che lacera la notte di Milano.

Raffaella Piccinni – dal mio taxi

Posted in #diconodime, #iltaxielesueconfessioni, #libri, #racconti | Commenti





Si tratta di una recensione che ho scritto tempo fa, prima che capissi che non mi piace scrivere recensioni. Intanto però ho capito che mi mancano le mie passioni più autentiche, la Cina e il noir, sono stata troppo lontana da me stessa…

 

cina cina
Studio lingua e cultura cinese da tre anni, il mio bagaglio è modesto ma fidatevi quando dico che  l’ultimo romanzo noir di Qiu Xiao Long (in cinese “piccolo drago”) è straordinario. Uno spaccato autentico della moderna società cinese che ha fuso insieme i due peggiori sistemi politici del ‘900, l’esperienza storica del Comunismo e la deriva consumistica del Capitalismo. Oggi il celeste impero è governato del partito, Mao Zhe Dong ne è l’immutabile icona divinizzata, eppure mi domando cosa penserebbe scoprendo che per rimodellare l’anima del suo popolo il consumismo è stato più efficace della sua Rivoluzione Culturale.
L’autore trasporta il lettore nell’atmosfera della nuova società cinese attraverso il suo personaggio, l’ispettore Chen, alle prese con un nuovo caso, l’omicidio di un collega poliziotto che Confucio non esiterebbe a definire ‘l’uomo più retto di tutta la Cina’, eppure il sant’uomo viene ritrovato morto per overdose in uno squallido bordello di periferia, il suo corpo nudo ancora avvinghiato a quello di una prostituta. Il caso viene chiuso in fretta ma Chen non ci sta! Il collega stava lavorando a un caso di corruzione di un dirigente del Partito Comunista Cinese.
Raffaela Piccinni






Qiu Xiao Long

RATTI ROSSI
Ed Marsilio
322 pagine – 17,00 euro







Posted in #libri | Commenti

2010
 
La serratura di casa gira secca, andrebbe oliata, prima che si rompa un’altra volta,  penso lasciando cadere le chiavi del taxi sul tavolo. Accendo la tv mentre apro il frigo, l’orologio segna le 5.15, del mattino. L’alba del primo giorno del 2010. Ogni gesto sembra nuovo, sembra il primo, eppure quante volte ho appoggiato le chiavi sul tavolo, metto in fila ogni giorno gli stessi gesti, perché questo dovrebbe essere il primo?

Cinquecento feriti per i botti di fine anno, dice la tv, e anche questa non è una novità, come il servizio sui festeggiamenti nelle capitali del mondo, New York, Parigi, ecc… Qualcosa però è cambiato. Sullo schermo scorre un’immagine sgranata, la qualità del filmato è pessima, forse ripresa da un cellulare, eppure si vede chiaramente l’uomo poggiato sulle gambe, le braccia tese in avanti, stringe una pistola tra le mani, gli spari coprono le urla della folla, una donna si accascia, indossa il velo islamico, si tiene la mano sulla pancia, sembra sorpresa, la folla cerca di soccorrerla, l’uomo spara ancora, lei crolla come qualcosa a cui improvvisamente han tolto la corrente, quasi non sembra reale, non sembra possibile che una giovane donna possa morire così. I soccorritori la sollevano da braccia e gambe, come se alzassero un  tavolo, hanno visi puliti, giovani, è la protesta degli studenti iraniani.

Le tensioni proseguono dalle ultime elezioni di giugno, ai pochi giornalisti stranieri rimasti in Iran è stato vietato di riprendere le dimostrazioni in strada. La maggior parte di coloro che si trovavano in Iran per informare sulle elezioni non ha avuto il rinnovo del visto temporaneo, alcuni sono scomparsi. Durante le elezioni sono stati vietati persino gli sms. Quello iraniano è uno dei più repressivi regimi islamici, oggi, in nessun paese islamico esiste la democrazia, le manifestazioni di questi giorni sono state represse nel sangue, nessuna immagine è stata ripresa dalla tv iraniana, vietata la presenza dei giornalisti stranieri. Gli studenti, organizzati in un movimento che ha scelto il suo simbolo nel colore verde, chiedono libertà di stampa, di manifestazione, LIBERTA’ D’ESPRESSIONE e libere elezioni.

Ecco cosa è cambiato, la comunicazione, internet, strumento represso in tutti i regimi, sta diventando più forte della tv, strumento di comunicazione potentissimo. Durante le manifestazioni gli studenti hanno con sè i cellulari, i filmati vengono postati su you tube.

Sono le 5.30, ora la tv mi racconta come hanno trascorso il capodanno i ragazzi della casa del grande fratello! Io, inguaribile ottimista, penso che la democrazia ha le proprie contraddizioni ma ben vengano. Infondo la tv si può anche spegnere, nessuno è costretto a guardare il grande fratello. Non ho sonno, accendo il pc, cerco altre notizie sulla protesta. Su una web tv islamica trovo un filmato agghiacciante, l’esecuzione da parte del regime iraniano di tre studenti, una, quella al centro, è una donna, una ragazza. La impiccano, il corpo sospeso si contrae, infagottato nel velo, obbligatorio dal ‘79. Decido di metterlo sul mio blog, non è certo home page del Corriere della Sera, non si usa mettere immagini troppo forti, perché turbano, respingono, ti fanno cambiare canale, voltare pagina. E’ giusto che si sappia, che si veda, per la stessa ragione per cui vengono pubblicate e ricordate le immagini violente dello sterminio nazista o della guerra. La verità va raccontata, va mostrata, soprattutto quando un regime repressivo intende nasconderla. Una giovane studentessa viene impiccata, mentre un rappresentante dell’Ayattolah dichiara che i leader della protesta sono nemici di Dio da giustiziare.

Un paese che ammazza i suoi figli è barbaro e incivile, ammazza gli studenti che chiedono riforme progressiste. Fa giorno, un nuovo giorno, di un nuovo anno, speriamo sia diverso.

 

Posted in #racconti | Commenti

   Milano di notte è una puttana scalza con l’alluce che sbuca dal collant bucato, al sabato si traveste, si da una ripulita,  ma al lunedì torna se stessa, perché la notte a Milano arriva di lunedì, quando la gente per bene dorme, dentro le lenzuola che odorano di pulito, mentre io lavoro dentro il mio taxi, bianco come un lenzuolo sudicio, sporcato dalla notte: dalla luce giallastra dei lampioni, dall’odore dei clienti, non come quelli del sabato, tosati e pettinati come aiuole.

  Ha le spalle da Minotauro, la mascella decisa, la schiena robusta, i polpacci da ciclista e una quarta di seno! Si chiama Monica, è il nome che si è scelto dopo l’operazione, mi chiama “tesoro”. Il lunedì, mi spiega, è la serata del buon padre di famiglia perché la domenica la passa coi bambini. Monica stacca sempre alle tre, solo i primi tempi tirava a far mattino, quando aveva da avviare l’attività. Resto perplessa! Parla del suo corpo come se fosse la sede legale di un’impresa! Il giorno in cui cambierà pappone che ci scrive!? “nuova gestione!?”. Una volta ha fatto a botte: “questa è zona mia”, le disse un viados dalla folta criniera slavazzata. Sembravano due pugili travestititi da donne.

   Si dice che gli angeli non abbiano sesso: Monica li rappresenta entrambi, è un ermafrodita, un bronzo di Riace con le calze nere e il tacco da dodici; le labbra rosse e le mani da muratore. Ogni lunedì torna a casa in taxi.

   È una notte umida, si è addormentata sul sedile posteriore, ho l’impressione di trasportare un pupazzo inanimato: la sua femminilità esasperata ha qualcosa di comico, mi ricorda la Miss Piggy dei Muppezs, o una bambola gonfiabile comprata al sexy shop! La gente dimentica di tutto sul taxi! Uso un tono sostenuto, per richiamarla dal sonno: “siamo arrivati”, il pupazzo riprende vita di scatto, guardandosi attorno, si scuote come il personaggio di un cartone animato investito da un treno o schiacciato da un masso, si scrolla ed è “come nuovo”, disposto a subire ancora, capace di sopravvivere a tutto.

   Monica ha qualcosa di eroico, anche se è un perdente! Non pensa al masso che le è crollato sulla testa, punta dritta all’obbiettivo, vuole essere donna, anche a costo di essere derisa. È sfacciata e vanesia per orgoglio, per sfida, ha scelto di atteggiarsi a regina. La femminilità secondo Monica è una puttana tragicamente sdegnosa e regale.

   La guardo allontanarsi, cammina a fatica come se il tacco da dodici fosse una tortura per quel piedino da carpentiere, di fronte al portone si sfila le scarpe, resta scalza con l’alluce che sbuca dalla calza nera come una luna disgustosa e deforme che lacera la notte di Milano.


Raffaella Piccinni – dal mio taxi

Posted in #diconodime, #iltaxielesueconfessioni, #libri, #racconti | Commenti

 
LaRepubblica_logo

 

Posted in #diconodime | Commenti

A TRUE STORY…

cinescopio

 

 

 

 

 

 

 

Il taxi è rotto, tanto per cambiare. E’ il destino di un’auto che non si ferma mai. Giace immobile e bianca nella penombra dell’autofficina, dalla bocca del cofano spalancato emerge il mio meccanico, Giovanni, anche lui ha fatto troppi chilometri, da qualche anno soffre di diabete, ne parla come se fosse un guasto riparabile, ognuno ha le proprio categorie. Eppure so che non si cura:

“Ciao Giovanni, lo sai, è morto Mike Bongiorno, aveva il diabete…”
A dir la verità non so neppure se aveva i capelli, la chioma biondiccia pareva il cranio di una bambola, ricostruita a piccole ciocche isolate. Però ho insinuato una paura. La parola diabete è un pulsante, richiama le sue antenne su ciò che non vuole vedere. Il diabete è una malattia subdola, danneggia gli organi lentamente, non va presa con leggerezza. Terrorizzarlo è il mio modo di volergli bene.

Accende la vecchia radio, ascolta in silenzio: “La notizia è stata data da Sky24, Mike Bongiorno aveva appena lasciato Mediaset per approdare a Sky…”
“Ah ecco – mi dice – non è stato il diabete, se restava a Mediaset…”
“Sei incredibile!” gli rispondo, mentre penso che infondo la logica del mio meccanico  ha un senso.

Mike Bongiorno non poteva vivere fuori dalla tv generalista, reinventarsi, riciclarsi come la spazzatura nei reality. Non è morto solo un uomo, il padre televisivo che ha svezzato infinite generazioni, partendo dalla tv in bianco e nero, fino a quella a colori; Mike Bongiorno è venuto ancora prima del telecomando, ricordo che noi avevamo quello umano, mio fratello più piccolo restava in piedi accanto alla tv, gli si diceva “cambia”, solo quando finiva lo zapping tornava a sedere, non era una tortura, avevamo solo dieci canali! Mike, un pilastro nella tv anni ’80. Il Drive in, le maggiorate, i colori pastello, l’E-Team, i cartoni animati. Quanti ricordi ci lascia mamma tv, ormai morta, lui non poteva sopravvivergli. Cosa c’entra Mike Bongiorno con la tv di oggi!? lui, che dallo schermo ci entrava in casa, sempre impeccabile, sempre elegante con un’antica cortesia, immutabile, urlando: “Allegria!”

Posted in #diariotaxi, #psicotaxi, #racconti | Commenti

LA VIRTU’ DEI MEDIOCRI

 

L’invidia è la virtù dei mediocri

                                                   Pensieri dal taxi – 2009-8-24 – Milano

Posted in #diariotaxi, #psicotaxi | Commenti

Una divisa per i tassisti, continuano le polemiche…

LaRepubblica_logo

Posted in #diconodime | Commenti