Psicotaxi è una deejay mancata! Ma in taxi, grazie all’autoradio, mi posso finalmente rifare. Ecco questo mix di Natale per tutti quei colleghi che questa notte o il 25 dicembre (ma va bene pure il 26) lavoreranno. Sappiate che potete estendere la compilation, a titolo di augurio, anche a certi parenti o personaggi che vostro malgrado abitano le vostre vite:
Il primo noir scritto dal punto di vista dell’arma del delitto. Un orsacchio usato per soffocare una prostituta, grida vendetta ma ha la bocca cucita e passando di mano in mano racconta l’umanità più varia, proprio come sui taxi: “Se avessi un cuore lo userei per odiarvi”, dice. Si legge in un fiato ed è un libro pazzesco.
Un taxi entra nella vita delle persone per trasportarle in un blog psicotaxi.it - il taxi e le sue confessioni – Ideato e scritto dalla tassista scrittrice Sofia Corben. Nel 2013 ha ideato il taxi letterario, ovvero, ospita a bordo del suo taxi degli scrittori per reading con avventori casuali. Per il secondo anno consecutivo, durante BookCity, il Festival del libro di Milano, Psicotaxi, il Taxi Letterario si moltiplica, infatti su numerosi taxi della Centrale Radio Taxi Blu 02/4040 potreste trovare degli scrittori che leggeranno per voi. La corsa con sorpresa è in buona parte offerta da Ma.Fra, con buoni sconto da 10 euro insieme a un fiore molto speciale che profuma l’abitacolo.
gli scrittori: Emanuela Zuccalà, Helfrid P. Wetwood, Paola Pioppi, Giuliano Pavone, Daniela Palumbo, Dario Lessa, Lucia Tilde Ingrosso, Marco Drago, Sofia Corben, Piero Colaprico, Elisabetta Bucciarelli , Annarita Briganti
(FOTO di Psicotaxi)
(Nathan Ford)
Ieri notte sono uscita con la reflex, all’alba ho trovato un sorriso…
- Piazzale Maciachini, installazione artistica di Massimo Costantini -
foto di Psicotaxi :)
Quelli che manco ti rispondo al telefono…
Quelli che giudicano gli altri ma mai se stessi…
Quelli che non arrivano all’uva…
Quelli che “però chi è arrivato o può arrivare all’uva infondo torna utile”…
Quelli che sono stanchi dell’ufficio in centro, che è come andare in miniera…
Quelli che “fregatene e punta all’obbiettivo”…
Quelli che “si, lo detesto ma dopo che ha vinto l’elezioni mi è simpatico”…
Quelli che gli amici sono i contatti di facebook…
Quelli che se gli chiedi un favore manco ti rispondono…
Quelli che “la gente infondo fa numero”…
Quelli che “io, io, io, io”…
Quelli che le ambizioni fanno schifo, tranne le proprie…
Quelli che “è tutto costruito, non spontaneo…” fino a che non gli fa comodo…
Quelli che vogliono ma non danno…
Quelli che “è meglio piacere a tutti”…
Quelli che Psicotaxi non si accolla più!
“Milano è un cane che morde la notte, è una preghiera per un parcheggio, è un semaforo che ti fa le foto anche se non sei famoso …”
(da MUTO COME UN ORSETTO di Helfrid P. Wetwood Ed. Fratelli Frilli)
“…della Milano da bere non è rimasta neanche una goccia, qualcuno l’ha scolata tutta lasciando al prossimo il conto da pagare, strisce blu e cantieri verticali che si accendono come pire sulla linea del tramonto…”
(da MUTO COME UN ORSETTO di Helfrid P. Wetwood Ed. Fratelli Frilli)
Un amico collega di Genova mi manda questa foto (non sua, specifica): “Non è un posteggio taxi in Cambogia – scrive con l’ironia di chi non si perde d’animo – non so di chi sia quel taxi ma mi chiedo chi lo rimborserà, come per le altre perdite, gli altri danni. Riceviamo tanta solidarietà ma chi paga? In tutti i sensi…”
Essere Miss Piggy per un giorno, ovvero una finta diva grottesca, è stupendo.
Lunedì ho preso tre taxi, capita pure a chi li guida… uno a Piacenza e due a Milano. Non sono diventata una donna in affari che passa da un taxi all’altro, sono sempre la solita proletaria, orgogliosamente proletaria. Però è accaduta una cosa, anzi tre: tre corse straordinarie.
Piacenza, mattino. Lui, il collega, ha l’inflessione dialettale della Bassa. Gli chiedo come va il lavoro: “sai, pure io guido un taxi…” spiego.
La prima domanda tra tassisti, da Bangalore a Berlino, da Toronto a Manila, è sempre quella: “tu che turno fai?” Quando ho risposto “la notte”, lui ha detto una cosa che mi ha sorpreso molto e la mia faccia è diventata così:
Ovvero: “di’ tu ssei la Psicotassi? ho letto degli articoli…”
Peccato che abbia dovuto farci a botte per doverlo pagare: assolutamente voleva offrirmi la corsa. Si chiama Paolo e gli ho scritto una mail: grazie a te smetterà di prendere lo Xanax…
Psicotaxi prosegue il suo viaggio:
Milano, primo pomeriggio, Stazione Centrale. Sono drammaticamente in ritardo. Decido di prendere un altro taxi. Miracolo: accade di nuovo!! “sei tu quella lì del blog che…” Roba da sentirsi così:
Ci siamo consigliati buone letture per tutto il viaggio. Lui è un lettore pazzesco. Tra l’altro mi ha fatto uno sconto pazzesco, insisto x pagare il prezzo pieno (non è che mi faccia schifo tenermi i soldi in tasca ma so cosa significa fare corse a vuoto).
Di ritorno dall’appuntamento prendo un tram. Non sono lontana da casa, in P.za Baiamonti aspetto la coincidenza di un bus ma la pioggia, il freddo, la stanchezza, il karma aggiungerei, mi spingono a prendere un taxi al volo. Tassista storico, 40 anni di piazza, anzi 41. Argomento libro, blog, ecc.. manco lo sfioro. Lui è solare, mi racconta gli aspetti positivi di questo lavoro.
“Piace molto anche a me, pensa che ci ho fatto un blog…” è il mio ego che parla e il suo fottuto bisogno di conferme. Bari 3 non ha accettato soldi, a destinazione è sceso dall’auto per stringermi la mano e salutarmi.
Non metterò un’altra stupida foto: stavolta sono seria. Sarebbe ipocrita dire che questa giornata mi lascia indifferente ma quello che mi fa felice è scoprire le connessioni assolutamente spontanee. Parlare di come erano fatti i tassametri e le colonnine di chiamata, di come sia cambiato il mestiere, di cosa leggiamo, raccontandosi la volta che… e Sentendo l’appartenenza a qualcosa che si chiama “i tassisti” e che, malgrado tutto, infondo si è sempre sulla stessa, stramaledetta, strada.
Coraggio Miss Piggy!