LASCIATEMI DORMIRE

La vita è un mare senza vento tra una tempesta e l’altra ma adoro galleggiare a X sulla superficie piatta della calma. La guerra non fa più per me, forse  per questo nell’ultimo anno ho scelto la pace del turno di notte e mi son data una regola difficile da infrangere: navigare a vista in ciò che mi piace. Mi piace scrivere e leggere. Non avrei mai immaginato che le vie del piacere conducessero alla virtù! O che la marea avrebbe portato tante belle novità: sarò tra gli ospiti dell’International Journalism Festival -  Curo una mia rubrica sul portale al femminile Permesola -  La prossima settimana inauguro un’iniziativa molto, molto speciale di promozione della lettura. Ne parlerò meglio nei prossimi post. Ci tenevo ad aggiornare il blog dopo tanto tempo, malgrado senza quiete mi ritrovi a combattere contro l’uragano del tempo. Una guerra dura, specie per una tassista che lavora di notte.

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FARSI UN FILM!

“Insomma – dice il cliente – mi ha detto che mi son fatto un film. Siete così crudeli voi donne…”

Voi donne dice. Accosto e taglio corto. Siamo arrivati: “15 euro”, rispondo guardando il tassametro. “Ma lei continui così – aggiungo – Si faccia un film…”

Mi guarda male mentre mi allunga due banconote.

“La tristezza è statistica, prima o poi capita”, aggiungo.

Sento il suo odio crescere.

“Non ce li ha 5 euro?” Domando

“No! Ho solo stronze! Solo quelle…”

“Sarò costretta a darle delle monetine…”

Faccio scivolare gli spiccioli nella mano, uno dopo l’altro, mentre gli passo il metodo Psicotaxi contro la tristezza. “Funziona!”, assicuro.

“Se la tristezza dipende da ma cerco in qualche modo di rimediare, anche se non sempre mi riesce. Se dipende dagli altri penso all’ultima battuta di Clark Gable in Via Col Vento.”

Spiego quanto sia straordinario lo stoicismo, la serenità, l’eleganza con cui esce di scena, calcandosi il cappello in testa mentre scompare nella nebbia, lontano da chi non lo apprezza – Non è una serenità che viene dalla rinuncia – Ha fatto tutto ciò che poteva! Ha fatto la sua parte, fino in fondo ma ha perso. Non è una resa, ne una vera sconfitta. E’ consapevolezza. Non si può volere l’altrui volere. Non si può accanirsi sulle persone.

“Tenga il resto”, mi ha detto prima di scomparire nella nebbia…

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STREET ART

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UN TAXI SU ROCK CITY

Prima si è ammalato il motore del taxi, poi gli occhi della tassista. Emergo dal buoi. Oggi a fatica distinguo le ombre e la luce non è più così fastidiosa -  Così, con terribile e imperdonabile ritardo, pubblico l’intervista alla trasmissione Radio City, su Rock’n Roll Radio. – Qui sotto il link – Premetto che il tono della mia voce è basso – se vi va di ascoltare l’intervista dovete alzare un po’ il volume:

 

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MILANO DA VEDERE E DA ASCOLTARE, SU ROCK’N'ROLL RADIO

Psicotaxi è entrato nelle vetrine di Rock’n'Roll Radio ma dell’intervista parlo nel prossimo post – perchè una cosa mi ha colpito più di tutto in questo luogo straordinario.

Ogni generazione, ogni tempo, ha i propri canali d’espressione, luoghi non sempre fisici e spazi dove cercare se stessi e gli altri. Negli anni ’70 le prime radio indipendenti potevano nascere in uno scantinato, da un’idea, dal talento e alcune hanno avuto fortuna. Si tratta di creatività spontanea.

C’è in ogni città un sottobosco espressivo, incontaminato – come se non bastasse essere tutti in fila, tutti uguali: è soffocante. Penso alla Street Art, ai locali dove la musica è espressione, incontro. E’ la ricerca della bellezza, per sopravvivere, per non morire, perchè Milano può ucciderti se non le scavi dentro…

Da tre anni esiste una Radio Web molto speciale - Rock’n Roll Radio – Nasce dal visitatissimo portale MILANO DA VEDERE  (che potete leggere ogni domenica sul quotidiano Il Giorno o scoprire attraverso le iniziative dell’associazione legata al portale)  e dalla CASA DEL ROCK MILANESE, ovvero ROCK’N'ROLL MILANO – in Via Bruschetti 11 - La Radio è la sua costola – l’ultima vetrina  aperta tutta notte – come un onda morbida nella notte della città.

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IN SEGRETO…

Ho un segreto… Questa storia va avanti da mesi, ormai! Certo, con qualcuno ne ho parlato, ma non tutti, solo pochi fidati, capaci di tenere un segreto… Perché lo faccio!? Ho un debito con il Karma! Agisco quasi di nascosto, a volte con poche ore di sonno ma sono stata scoperta!! Oggi c’è un paginone su Repubblica – La foto è sfuocata, quasi non mi si riconosce o saranno le poche ore di sonno!? No, è sfuocata, sulla lavagna sono disegnate delle frecce, sembra il piano per il colpo perfetto… Insomma, sono sul giornale e non perché mi abbiano finalmente arrestata ma…

Un estratto: “Imparare a guidare e prendere la patente per una donna straniera può essere un traguardo che in patria nemmeno era immaginabile raggiungere … Da qualche mese, l’associazione Villa Pallavicini di Via Meucci  - storica istituzione laica in fondo a Via Padova – ha aperto le porte alle ragazze e alle signore arrivate da lontano. Donne che erano iscritte ai frequentatissimi corsi di italiano per stranieri (oltre 500 allievi ai corsi) e che chiedevano a gran voce che qualcuno insegnasse loro a guidare l’auto. I corsi per arrivare a prendere la patente sono tenuti da un vigile urbano e da una tassista che nel tempo libero si dedica a quest’attività di volontariato… (continua a leggere)

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LE MIE NOTTI DI NEBBIA…


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IL COLORE DELLA NOTTE

Sta notte mi sembra di avanzare dentro un boccale di birra.
Il cielo è un ubriaco che mi sputa in faccia la schiuma.

Psicotaxi partecipa al concorso per blogger di Grazia.it – se vuoi clicca → Cuori neri (carte)

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IL GURU DELLA SPAZZOLA

Milano è una creatura mitologica con milioni di facce. Si sgrovigliano sul mio sedile posteriore. Credevo esistessero altri luoghi come un taxi, dove l’umanità più varia diventa un viaggiatore inconsapevole. Altre poltrone freudiane dove accarezzarsi l’anima, come quella del parrucchiere, per esempio. Che delusione, amara come è giusto!

Un parrucchiere è molto di più, troppo di più. Mi guarda come se avesse una macchina per le radiografie al posto degli occhi. La versione checca isterica di Termineitor. Una guida spirituale, un maestro che porterà in superficie la vostra intima essenza. Lui non taglia, scolpisce. Lo dicono anche le cifre fucsia stampate sul cartello dorato, appeso alla parete verde acqua: un pugno in un occhio ed uno al portafoglio.

“E’ compresa anche l’assicurazione ai Loyd contro le doppie punte”, sorrido indicando il prezzario ma lui sembra non gradire.

“Staresti bene con un ciuffo laterale – arriva al sodo – ed uno shatush”.

Shatush!? Mi fa pensare ad un lungo scialle con piume di struzzo, qualcosa che farebbe sentire diva anche una come Angela Merkel.

“Sono colpi di luce”, spiega

“Uno schiarente?” Domando ma lui mi guarda come se avessi ruttato! Come se avessi volgarizzato la parola shatush con la mia popolana semplificazione. Meglio parlar  chiaro, infondo la testa è la mia.

“Vorrei solo tagliarli un po’, senza colorazioni o altri trattamenti”.

Mi guarda silenzioso e disgustato.

“Mi sono iscritta in piscina – spiego – ci pensa già il cloro ad aggredirli, perciò vorrei tagliarli…”  ma più mi giustifico e più la sua faccia si stropiccia.

“Tesoro – dice in un sospiro deluso – tanto valeva che andavi dai cinesi…”

A Milano il numero di parrucchieri cinesi ha superato quello dei connazionali. Ora capisco perchè. Guardo Il taxi parcheggiato proprio di fronte alla vetrina, è come se mi dicesse scappiamo. Lo prendo in parola, mi riferisco allo sciampista arrogante. Cos’è questo razzismo estetico?!

Lascio il centro a Riccioli D’oro. M’infilo nel primo parrucchiere cinese che incontro. Sono l’unica italiana. L’uomo con il pettine in mano mi guarda come se fossi entrata per sbaglio. Osserva le mie labbra muoversi come un sordo-muto, non parla italiano. Afferro uno di quei giornali con i modelli dei tagli:

“Così – dico picchiando il dito sulla foto – li voglio così”

“Colole?” dice lui

“No colole! Solo così…” E invece deve aver capito così:


…ma poteva andar peggio!
Le foto in questo post sono mie e del mio bagno! Quell’oggettino di gran classe su in alto lo trovate alla fnac – Chi indovina cos’è? C’è in palio un bel niente!

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COS’HANNO IN COMUNE RITA LEVI MONTALCINI E JANIS JOPLIN

Forse il fatto che entrambe amavano la chimica?! La prima ha vinto il Nobel per l’invenzione di un farmaco, l’altra è morta a 27 anni per overdose. Eppure ho già detto che solo Rita Levi Montalcini poteva veramente tirarsela, aggiorno l’elenco…

“♫♪♪Through another lonely day ♫♪♪ don’t you expect any answers ♫♪♪  I never gonna love you any better ♫♪♪ I never gonna love you right ♫♪♪ So you better take it now ♫♪♪ There’s a fire inside of everyone. I’m gonna need it now, I’m gonna use it, I’m gonna hold it till the day I die. Don’t make no difference”

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